’68 / Oltre e dopo la Summer of love. Un ritratto di Lenore Kandel di Dianella Bardelli

 

Il 1968 decretò la fine del movimento hippy di San Francisco. Tutto era iniziato tre anni prima con il ripopolamento da parte di molti giovani del quartiere di Haight-Ashbury, attirati dalla fama anticonformista di San Francisco e dal basso costo della vita in quella parte della città (nel giugno del 1966 15000 giovani si erano stabiliti in questo quartiere). Molte vecchie case vittoriane erano sfitte e altrettanto valeva per i negozi. Nascono così le prime comuni, i primi free shop, si dà vita ad una specie di libera repubblica dove sono diffuse droghe come Lsd e marijuana. Si fondano riviste, cooperative di pittori e scrittori, gruppi musicali, si aprono teatri, ma si vive soprattutto per strada e nei parchi.

Chi meglio incarna questo tipo di visione è il gruppo dei Diggers. Nato nel 1966 si dedica al teatro di strada, alla distribuzione gratuita di cibo, crea perfino una clinica gratuita. Nel gennaio del ’67 al Golden Gate Park di San Francisco vi fu il primo raduno delle varie “tribù” hippy della storia americana, l’human be-in. Qualche mese dopo iniziò la mitica summer of love. Migliaia di ragazzi sotto i 25 anni si riversarono nelle strade del distretto di Haight-Ashbury; provenienti da ogni angolo dell’America invadono “la libera repubblica hippy” e hanno bisogno di cibo, alloggio e cure. Chi, almeno per un certo periodo, riesce a garantire questo sono i Diggers.

Nel corso dell’estate, però, la situazione diventa insostenibile: oltre ai ragazzi di mezza America cominciano ad arrivare i turisti dell’Hippy Tour. Il 6 ottobre del ’67 segna la fine ufficiale della summer of love. Viene organizzato il funerale del movimento con tanto di bara e candele accese. La summer of love allora finisce nelle mani degli “hip capitalists”, che cominciano a fare affari con la droga, con gli spettacoli, con i negozi. I Diggers si sciolgono, chi si dà all’ecologismo, chi alle religioni orientali, moltissimi fondano comuni agricole. Esiste un archivio molto interessante dei Diggers (www.diggers.org) in cui è possibile vedere il filmato del loro ultimo evento pubblico avvenuto davanti al palazzo del Comune di San Francisco dal 21 marzo al 21 giugno 1968. Il filmato è visibile in Rete qui.

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Una leader del gruppo molto conosciuta e amata era la poetessa Lenore Kandel (New York 1932 – San Francisco 2009). Fedele alla sua attività di poeta dopo lo scioglimento dei Diggers continuò a vivere a San Francisco, mantenendosi con i più vari mestieri, insegnante, guidatrice di autobus, astrologa, danzatrice del ventre. La sua opera più conosciuta è un piccolo libro di quattro poesie erotiche, The love book (1966). Un’altra sua raccolta intitolata Word Alchemy (1967) ha un carattere più visionario e simbolico, sintetizzabile da questo verso: ” each beast contains its god, all gods are dreams, all dreams are true” (tratto dalla poesia “Freak show and finale”). Tutta la sua produzione poetica edita è oggi raccolta nell’antologia Collected poems of Lenore Kandel, pubblicata dalla North Atlantic Books nel 2012, che contiene anche molte poesie rimaste fino a quell’anno inedite. La sua bellezza carismatica e la profondità del suo spirito colpivano chiunque la incontrasse. E questo accadeva sempre, sia nella sua prorompente giovinezza che nell’età della vecchiaia e della malattia. Fu l’unica donna a salire sul palco dell’”Human be-in”, al Golden Gate Park del ’67, dove declamò alcune sue poesie. Su quel palco c’erano personalità del calibro di Allen Ginsberg, Gary Snyder, Timoty Leary. Era il compleanno di Lenore e migliaia di voci si levarono a cantarle Happy Birthday to you. Il suo “The love book” tratta dell’amore fisico tra un uomo e una donna. Il libro subì un processo e fu condannato per oscenità. Lenore in aula si difese declamando San Giovanni della Croce e affermando che “Amore è una parola di quattro lettere, le parole veramente oscene sono odio, guerra, bomba. Se possiamo riconoscere la nostra propria bellezza, sarà impossibile per ogni essere umano recare danno ad un altro essere umano”. “The love book” è scritto in prima persona e quindi rispecchia le personali esperienze della poetessa; il linguaggio esplicito usato paradossalmente è ciò che spiritualizza l’atto sessuale descritto nelle poesie e lo rende sacro, pur rimanendo un atto di piacere. A questo proposito nell’introduzione alla sua raccolta poetica “Word Alchemy” Lenore Kandel scrive:  “Due mie poesie, pubblicate in un piccolo libro, trattano d’amore fisico e dell’invocazione, riconoscimento e accettazione della divinità nell’uomo attraverso il medium dell’amore fisico. In altre parole, è un piacere. Un piacere così grande che ti rende capace di uscire dal tuo io privato e di partecipare della grazia dell’universo. Questa semplice e piuttosto ovvia formulazione, espansa ed esemplificata poeticamente, ha sollevato un furore difficile a credersi. Gran parte di tale furore era dovuto all’uso poetico di certe parole di quattro lettere d’origine anglosassone non sostituite cioè da più tenui eufemismi. Gli eufemismi scelti per paura sono un patto con l’ipocrisia e nell’immediato distruggeranno la poesia e alla fine distruggeranno il poeta”.

Lenore Kandel ebbe una vita avventurosa e per certi versi drammatica. A metà degli anni ’60 in una cooperativa di scrittori conobbe William Fritsch, soprannominato Sweet William, che si innamorò immediatamente di lei. I due si misero insieme e Lenore lo seguì nelle scorribande sulla sua Harley Davidson e nella vita spericolata nel gruppo degli Hell’s Angels di S. Francisco. Nel ’70 i due ebbero un grave incidente di moto e Lenore rimase gravemente ferita alla schiena. Gli ultimi anni della sua vita li passò praticamente sempre nel suo piccolo appartamento per via delle conseguenze sempre più gravi di questo incidente. Partecipò comunque alla festa organizzata al Golden Gate Park nel 2007 per festeggiare il 40° anniversario della Summer of Love. In quell’occasione fu chiesto a molti partecipanti di dire cosa stessero facendo nel 1967 e cosa stavano facendo ora. Lenore Kandel rispose: “1967: writing poetry, 2007 writing poetry”.

Lenore Kandel è stata una persona libera e anticonformista rispetto allo stesso mondo underground a cui apparteneva. Non era femminista nel senso corrente del termine, non ce l’aveva con gli uomini, li adorava. Aveva idee personali su questo argomento, pensava che uomini e donne avessero ruoli diversi, del resto un modello degli hippies di San Francisco erano le tribù dei nativi americani, in cui i compiti degli uomini e delle donne erano separati. Lenore esaltò nella sua vita e nella sua poesia la diversità, la femminilità, e la sacralizzò proprio nelle sue manifestazioni sessuali; allo stesso modo esaltò e sacralizzò la sessualità maschile.

In un articolo apparso sul San Francisco Oracle del 4 dicembre 1966 Lenore tra l’altro scrive: “Sei bello. Siamo tutti belli. Sei divino. Siamo tutti divini. Se negli angoli segreti della tua mente ti trovi brutto e sporco e indegno dell’amore, ti sarò impossibile dare e ricevere l’amore. Se trovi che il tuo corpo e soprattutto le tue parti genitali sono brutte e vergognose, sarai incapace di usarle con amore. Puoi cominciare dall’accettare e amare te stesso come una manifestazione del divino e poi estenderlo…Ogni forma di censura, sia mentale, morale, emotiva o fisica, sia dall’interno verso l’esterno o dall’esterno verso l’interno, è un ostacolo contro l’auto consapevolezza”.

Ed ecco una scelta di poesie di Lenore Kandel

Da The love book

To Fuck with love Phase II

To fuck with love -/to know the tremor of your flesh within my own-/feeling of thick sweet juices running wild/sweat bodies tight and tongue to tongue/
I am all those ladies of antiquity enamored of the sun/my cunt is honeycomb we are covered with come and honey/we are covered with each other my skin in the taste of you/Fuck – the fuck of love fuck -the yes entire -/love out of ours – the cock in the cunt fuck -/the fuck of pore into pore – the smell of fuck/taste it – love dripping from skin to skin -/tongue at the doorways – cock god in heaven -/

love blooms entre universe – I/you/reflected in the golden mirrorwe are avatars of/Krishna an Radha/pure love – lust of godhead beauty unbearable/carnal incarnate…

Scopare con amore-/conoscere il tremito della tua carne dentro la mia-/

sentire spesse dolci linfe scatenarsi/corpi sudati stretti e lingua a lingua/sono tutte quelle donne dell’antichità innamorate del sole/la mia figa è un favo siamo coperti di venire e miele/siamo coperti l’un con l’altro la mia pelle è il tuo sapore/

scopare-scopare d’amore-scopare il sì intero-/amore nato dal nostro – il cazzo nella figa scopa -/lo scopare del poro nel poro- l’odore dello scopare/assaporalo – amore che cola da pelle a pelle -/lingua alle porte – dio del cazzo in cielo -/

l’amore fa fiorire l’universo intero – io/te/riflessi nello specchio dorato siamo gli avatar/di Krishna e Radha /puro amore – brama della divinità bellezza insopportabile/carnale incarnato…

(traduzione di Franco Beltrametti, in L’altra America negli anni sessanta, 1979)

Da Word Alchemy:

Emerals poem

There reaches a point without words/safe a point deep within the emerald/
seabright washes over eyes and tongue/frozen stonebirds fly soft among my fingers/their tiny beaks tapping snowflakes from my thumb/the color of emeralds/
the solid becomes the liquid and I the greenbreather/I am at home among the nebulae/in the heart of the emerald/safe a point without words/one is one and I the green breather/I the gill singer/oh the liquid green flowers that the small birds carry!/they fade to lavender/on my tongue/they fade to lavender on my eyes/oh the stars that devour me in the heart of the emerald/safe in the flowers of the emerald/safe at the point without words

Là si stende un punto senza parole/sicuro un punto profondo dentro lo smeraldo/lo splendore del mare lava occhi e bocca/pietre-uccello congelate volano leggere tra le mie dita/i loro minuscolo becchi che beccano leggermente/ fiocchi di neve dal mio pollice/il colore degli smeraldi/Il solido diventa liquido ed io che respiro verde/sono a casa in mezzo alle nuvole/nel cuore dello smeraldo/in un punto sicuro senza parole/uno è uno e io, colei che respira verde/io la branchia cantatrice/oh i liquidi fiori verdi che portano i piccoli uccelli!/Appassiscono alla lavanda sulla mia bocca/appassiscono alla lavanda sui miei occhi/oh le stelle che mi divorano nel cuore dello smeraldo/sicura nei fiori dello smeraldo/sicura nel punto senza parole.

(Traduzione di Dianella Bardelli)

Infine ecco una poesia inedita di Lenore Kandel contenuta nell’ Antologia Collected poems of Lenore Kandel:

Love is an art for angels/and we are human, you and I/fallible we are, and fragile/and therefore more than perfect/we take such risks who leap across the void!/perfection is static paradise/but we are human, you and I, and so we dream/and cast pure dreams before us/extending our fingertips beyond the finite edge/ to brush that certainty/of ringing bliss/that resonates our dreams/impelling us to be that art/which angels strive to emulate

L’amore è un’arte degli angeli/e noi siamo umani, tu e io/fallibili siamo, e fragili/e quindi più che perfetti/noi ci prendiamo tali rischi che attraversano il vuoto!/la perfezione è un paradiso statico/ma noi siamo umani, tu ed io, e quindi sogniamo/ e lanciamo i nostri sogni oltre il margine finito/per sfiorare passando la certezza/di una tintinnante beatitudine/che fa risuonare i nostri sogni/obbligandoci a essere quell’arte/che gli angeli si sforzano di emulare

(Traduzione di Dianella Bardelli)

Per approfondire:

Collected poems of Lenore Kandel, North Atlantic Book, Berkeley, 2012

Fernanda Pivano, Beat Hippie Yippie, Bompiani, 1990

Luciano Guidetti, Beat2Bit, Dalla controcultura a Internet, Aliberti, 2017

Alice Gaillard, Diggers, Nautilus, 2017

Luca Pollini, Hippie la rivoluzione mancata, Elemento 115, 2018

(Pubblicato sul sito alfabeta2, il 13 maggio 2018)

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