Gaza: “Più di quel che un essere umano può sopportare” di Yorgos Mitralias

 

Fin dal maggio 2021, il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha incaricato una Commissione di “indagare nei Territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est, e in Israele, su tutte le presunte violazioni del diritto umanitario internazionale e su tutte le presunte violazioni e abusi del diritto internazionale dei diritti umani avvenuti prima e dopo il 13 aprile 2021”. La risoluzione A/HRC/RES/S-30/1 chiedeva inoltre alla Commissione d’inchiesta di “indagare su tutte le cause profonde delle ricorrenti tensioni, dell’instabilità e del conflitto prolungato, comprese la discriminazione e la repressione sistematiche basate sull’identità nazionale, etnica, razziale o religiosa”. La Commissione d’inchiesta è stata incaricata di riferire annualmente al Consiglio dei diritti umani e all’Assemblea generale, rispettivamente a partire da giugno 2022 e settembre 2022. La Commissione ha pubblicato il suo rapporto conclusivo il mese scorso a Ginevra.

Il rapporto della Commissione indipendente delle Nazioni Unite sui crimini sessuali e riproduttivi commessi da Israele contro i palestinesi conferma ciò che già sapevamo: lo stato sionista ricorre sistematicamente e massicciamente alla violenza sessuale contro donne, uomini, ragazze e ragazzi palestinesi.

Ma il rapporto ci dice anche qualcos’altro: questi crimini sessuali e riproduttivi commessi da Israele sono parte integrante del piano genocida dello stato sionista, al pari dei continui bombardamenti e dell’uccisione di decine di migliaia di civili, della distruzione sistematica di tutte le infrastrutture della loro vita quotidiana e dello sfollamento massiccio e ripetuto della popolazione di Gaza.

Non è quindi un caso che questo rapporto faccia riferimento alla carestia organizzata da Israele che ha colpito la popolazione di Gaza, sottolineando che “l’uso della carestia come metodo di guerra ha avuto effetti su tutti gli aspetti della riproduzione”. In altre parole, su tutti gli aspetti di quello che costituisce il problema principale – e ancora irrisolto – del progetto sionista: l’ostinazione delle donne palestinesi a partorire piccoli palestinesi.

Parliamo quindi di questa carestia programmata e ben organizzata contro i palestinesi di Gaza, che è ancora in corso di attuazione e che completa il piano genocida del governo Netanyahu. È un progetto che assomiglia esattamente a quello attuato a suo tempo in Unione Sovietica dalla Germania nazista, che sterminò almeno 7 milioni di soldati e civili russi, ucraini e bielorussi, oltre agli ebrei sovietici, attraverso una carestia organizzata. Il motivo principale per cui la carestia nazista di allora e quella sionista di oggi sono così simili è che entrambe servivano e servono tuttora un progetto comune, assunto e dichiarato pubblicamente: lo sterminio della popolazione indigena per svuotarne, annetterne e colonizzarne i territori con i propri coloni.

Non dimentichiamo quindi che, anche mentre leggiamo queste righe, un intero popolo, non così lontano da noi, sta lentamente morendo di fame e di sete, privato di medicine, medici e ospedali, mentre è bersaglio di esercitazioni di tiro con munizioni vere da parte dell’esercito israeliano rivolte alle tende dei rifugiati e alle infinite rovine di Gaza, che non hanno nulla da invidiare a quelle di Dresda o Berlino nel 1945. Non dimentichiamo…

L’uso sistematico da parte di Israele della violenza sessuale e riproduttiva e di altre forme di violenza di genere a partire da ottobre Ginevra – Un nuovo rapporto pubblicato oggi dalla Commissione internazionale indipendente d’inchiesta nei Territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est, e in Israele dimostra che Israele ha usato sempre più spesso la violenza sessuale e riproduttiva e altre forme di violenza di genere contro il popolo palestinese come parte di uno sforzo diffuso per minare il loro diritto all’autodeterminazione. Il rapporto mostra anche che Israele ha commesso atti di genocidio distruggendo sistematicamente le infrastrutture per la salute sessuale e riproduttiva.

Il rapporto documenta un’ampia gamma di violazioni perpetrate contro donne, uomini, ragazze e ragazzi palestinesi in tutti i Territori palestinesi occupati dal 7 ottobre 2023, che costituiscono una parte importante dei maltrattamenti subiti dai palestinesi e fanno parte dell’occupazione illegale e della persecuzione dei palestinesi come gruppo.

“Le prove raccolte dalla Commissione rivelano un deplorevole aumento della violenza sessuale e di genere”, ha dichiarato Navi Pillay, presidentessa della Commissione. “Possiamo solo concludere che Israele ha usato la violenza sessuale e di genere contro i palestinesi per terrorizzarli e mantenere un sistema di oppressione che mina il loro diritto all’autodeterminazione”.

La pubblicazione del rapporto è stata accompagnata da due giorni di audizioni pubbliche a Ginevra, l’11 e il 12 marzo, durante le quali la Commissione ha ascoltato le vittime e i testimoni di violenza sessuale e riproduttiva, il personale medico che ha prestato loro assistenza, nonché i rappresentanti della società civile, accademici, avvocati ed esperti medici.

Il rapporto rivela che la violenza sessuale e di genere, che è aumentata in frequenza e gravità, è perpetrata in tutti i Territori palestinesi occupati e costituisce una strategia di guerra che consente a Israele di dominare e distruggere il popolo palestinese.

Forme specifiche di violenza sessuale e di genere, tra cui la nudità forzata o l’esposizione in pubblico, le molestie sessuali, comprese le minacce di stupro, e le aggressioni sessuali, fanno parte del modus operandi standard delle forze di sicurezza israeliane contro i palestinesi.

Secondo il rapporto, altre forme di violenza sessuale e di genere, tra cui stupri e atti di violenza sui genitali, sono state commesse su ordine esplicito o con l’implicito incoraggiamento di alti funzionari civili e militari israeliani.

Esiste un clima di impunità anche per quanto riguarda i crimini sessuali e di genere commessi dai coloni israeliani in Cisgiordania, con l’obiettivo di incutere paura ed espellere la comunità palestinese.

“Le dichiarazioni e le azioni dei leader israeliani che si assolvono dalle responsabilità e l’inefficacia del sistema giudiziario militare nel perseguire i casi e condannare i colpevoli inviano un chiaro messaggio ai membri delle forze di sicurezza israeliane che possono continuare a commettere tali atti senza temere di essere chiamati a risponderne”, ha dichiarato Navi Pillay. “In questo contesto, l’assunzione di responsabilità da parte della Corte penale internazionale e dei tribunali nazionali, in base al loro diritto interno o alla giurisdizione universale, è essenziale per garantire che lo stato di diritto sia rispettato e che le vittime ottengano giustizia”.

La Commissione ha rilevato che le forze israeliane hanno sistematicamente distrutto le strutture di assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva in tutta la Striscia di Gaza. Allo stesso tempo, hanno imposto un assedio e bloccato gli aiuti umanitari, in particolare la fornitura di medicinali e attrezzature necessarie per garantire una gravidanza, un parto e un’assistenza post-parto e neonatale sicuri. Questi atti minano i diritti riproduttivi e l’autonomia di donne e ragazze, così come il loro diritto alla vita, alla salute, a fondare una famiglia, alla dignità umana, all’integrità fisica e mentale, alla libertà dalla tortura e da altri trattamenti crudeli, inumani o degradanti, all’autodeterminazione e al principio di non discriminazione.

Donne e ragazze sono morte per complicazioni legate alla gravidanza e al parto a causa delle condizioni imposte dalle autorità israeliane, che hanno negato loro l’accesso all’assistenza sanitaria riproduttiva, atti che equivalgono a crimini contro l’umanità per sterminio.

La Commissione ha riscontrato che le autorità israeliane hanno parzialmente distrutto la capacità riproduttiva dei palestinesi di Gaza come gruppo attraverso la distruzione sistematica dell’assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva, che corrisponde a due categorie di atti di genocidio nello Statuto di Roma e nella Convenzione sul genocidio, vale a dire infliggere intenzionalmente alla popolazione palestinese condizioni di vita calcolate per portarla alla distruzione fisica e imporre misure volte a impedire le nascite.

“L’aver preso di mira le strutture per la salute riproduttiva, compresi gli attacchi diretti ai reparti di maternità e alla principale clinica per la fertilità in vitro di Gaza, così come l’uso della fame come metodo di guerra, hanno avuto un impatto su tutti gli aspetti della riproduzione”, ha dichiarato Navi Pillay. “Queste violazioni hanno causato non solo gravi sofferenze e danni fisici e mentali immediati a donne e ragazze, ma anche effetti irreversibili a lungo termine sulla salute mentale e sulle prospettive riproduttive e di fertilità dei palestinesi come gruppo”.

La Commissione ha rilevato un aumento della mortalità femminile a Gaza, che si è verificato su una scala senza precedenti come risultato della strategia israeliana di colpire deliberatamente gli edifici residenziali e di usare esplosivi pesanti in aree densamente popolate. La Commissione ha anche documentato casi in cui sono state prese di mira donne e ragazze di tutte le età, comprese le pazienti in maternità. Questi atti costituiscono il crimine contro l’umanità di omicidio e il crimine di guerra di uccisione intenzionale.

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