Francia: Maggio 1968 – Marzo 2023 di Yorgos Mitralias

In un momento in cui sono sempre più numerosi, anche tra le élite dirigenti francesi, coloro che dichiarano che stiamo assistendo a un “nuovo maggio 68”, alla luce del fatto che nel paese c’è ormai un “clima insurrezionale”, è ragionevole chiedersi: fino a che punto il marzo 2023 è simile al maggio 1968?

La risposta è che gli assomiglia nella sostanza, perché il marzo 2023 vede “coloro che stanno in basso” sfidare attivamente, massicciamente e sempre più radicalmente non solo il governo ma anche il potere di “coloro che stanno in alto”, proprio come fece l’ormai leggendario maggio 1968.

Ma al di là di questa significativa somiglianza, le differenze rimangono numerose e, soprattutto, non sono prive di implicazioni pratiche.

  1. La prima differenza è che, contrariamente di quanto accaduto nel maggio ’68, oggi non è solo o principalmente Parigi, ma sono tutte le grandi, medie e piccole città della Francia, e persino i villaggi, a mobilitarsi, mostrando in tutti i modi possibili la loro rabbia o meglio il loro furore anti-Macron! E, a dire il vero, la stanno manifestando ancora più massicciamente e intensamente che a Parigi…
  2. La seconda differenza è che, contrariamente a quanto accaduto nel maggio ‘68, i sindacati dei lavoratori stanno lottando insieme come mai negli ultimi 40-45 anni. E non si tratta solo dell’unità delle otto confederazioni sindacali, dalle più radicali alle più moderate. Questa unità è ancora più importante perché comprende anche i lavoratori non sindacalizzati, che si sono abituati a partecipare su un piano di parità con i lavoratori sindacalizzati ai processi decisionali (come il prolungamento degli scioperi) partecipando alle assemblee generali quotidiane dei lavoratori in sciopero nei loro luoghi di lavoro.
  3. La terza differenza è che, a differenza del maggio ’68, oggi la cooperazione e l’unità dei lavoratori con la gioventù studentesca e liceale è impressionante! Mentre nel maggio ’68 le marce di solidarietà degli studenti radicalizzati verso le grandi roccaforti operaie (ad esempio, l’industria automobilistica) trovavano costantemente porte chiuse e incontravano l’ostilità e persino reazioni violente del famigerato servizio d’ordine della CGT, oggi, le stesse marce di solidarietà di studenti e liceali non solo sono accolte a braccia aperte, con applausi e abbracci, ma sono anche espressamente richieste dai sindacatiaffinché i giovani e le loro organizzazioni rafforzino i blocchi e i picchetti nelle raffinerie, nelle stazioni ferroviarie, nei depositi di trasporto, ecc. ! E un’ulteriore prova di questa evoluzione cruciale è il fatto che i sindacati degli universitari e degli studenti delle scuole superiori siedono ora nell’intersindacale e partecipano ai suoi lavori…
  4. La quarta differenza è legata all’ampliamento dell’orizzonte programmatico e civile dei sindacati e, per estensione, del movimento operaio. Se nel maggio 1968 i sindacati, e in particolare la CGT allora dominante, rifiutavano qualsiasi “sensibilità” femminista e ambientalista, che non esitavano a definire… “borghese”oggi è semplicemente impensabile per i sindacati francesi, e ancor più per la CGT, astenersi da dibattiti e mobilitazioni femministe ed ecologiste! E a riprova di ciò, tra poche settimane, il prossimo congresso della CGT eleggerà molto probabilmente a capo della Confederazione, per la prima volta, una donna che per di più si dichiara femminista e persino ecofemminista!
  5. La quinta differenza riguarda i riferimenti politici e civili del movimento sindacale e della stragrande maggioranza dei lavoratori mobilitati. Contrariamente a quanto accaduto nel maggio 68, non c’è più un abisso che separa le avanguardie sindacali da quelle della gioventù radicalizzata di oggi, perché entrambe condividono riferimenti e valori antiautoritari, democratici, antiburocratici e antistalinisti, femministi ed ecologicisimili o addirittura identici.

Una delle conseguenze di questa promettente evoluzione è che, contrariamente a quanto accaduto nel maggio 68, la sinistra di tutte le sensibilità convive e collabora senza problemi nelle mobilitazioni e oltre, con l’estrema sinistra di tutte le sensibilità e persino con una parte degli anarchici!

E naturalmente non è un caso che le due confederazioni operaie più radicali e classista, la CGT e Solidaires, siano all’avanguardia nel movimento di sostegno alla “resistenza armata e non armata del popolo ucraino”, nel movimento di solidarietà con i sindacalisti perseguitati e imprigionati in Bielorussia e nel movimento antiguerra e femminista in Russia!

  1. Una sesta differenza si riferisce alla notizia più scottante, quella dell’immensa mobilitazione popolare in difesa del più prezioso dei beni comuni, l’acqua, che ha scosso la Francia nell’ultimo fine settimana di marzo: 25.000-30.000 contadini, ecologisti, eco-socialisti, sindacalisti e attivisti di sinistra si sono scontrati violentemente in mezzo al nulla con 3.600 CRS delle “forze speciali”, semplicemente perché vogliono impedire la costruzione di “mega-bacino” in cui viene immagazzinata l’acqua che viene pompata – o meglio rubata – dalle falde acquifere dai grandi proprietari terrieri e dall’agroindustria, privando così il resto degli agricoltori e della popolazione di quest’acqua in un momento in cui la Francia sta soffrendo la peggiore siccità della sua storia!

Ma qual è la grande lezione di questa storica mobilitazione ecologica, che sarà sicuramente meglio apprezzata nel futuro da incubo – così vicino – che ci riserva la catastrofe climatica in corso? Più ancora della repressione selvaggia che oggi ha lasciato tra la vita e la morte tre delle decine di manifestanti feriti, il grande evento e la grande lezione di questa storica mobilitazione è che abbiamo visto i contadini della Confédération Paysanne marciare, sanguinare e lottare insieme contro le forze della repressione che difendono i ladri d’acqua capitalisti, mano nella mano con i Verdi, i sindacalisti della CGT e di Solidaires, i militanti dell’Insoumis, quelli dell’NPA e gli anarchici della CNT! È lì, in mezzo alla natura e in mezzo alla pianura della regione Poitou-Charentes, che si è finalmente concretizzata la tanto desiderata ma raramente realizzata “alleanza dei lavoratori con i contadini”…

  1. La settima e ultima differenza è che se nel maggio del ’68 la classe operaia francese ha fatto il più grande sciopero generale di tutti i tempi (8,5 milioni di scioperanti), almeno fino al momento in cui scriviamo queste righe, l’attuale esplosione operaia e popolare non ha ancora portato a uno sciopero generale che possa essere esteso fino alla vittoria finale! Tuttavia, i messaggi che provengono dalla base sindacale, e soprattutto dall’insieme dei lavoratori, concordano sul fatto che lo Sciopero Generale a oltranza sta iniziando a diventare una vera e propria richiesta popolare.

Allo stesso tempo, l’evento principale delle mobilitazioni degli ultimi giorni, ovvero l’ingresso prepotente sulla scena politica e sociale dei giovani che stanno manifestando in massa (500.000 giovani hanno manifestato il 23 marzo in tutta la Francia!), e che stanno occupando e bloccando decine e decine di facoltà e licei in tutto il paese, sta confermando i peggiori timori di Macron e dei suoi amici, dando al contempo un enorme impulso al movimento operaio e popolare. In altre parole, la “maionese sta montando”, avvicinandoci ancora di più alla crescita del marzo 2023 verso questa versione migliorata e vittoriosa del maggio 68, di cui tutti abbiamo tanto bisogno.

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